DESTINAZIONE: MACELLO ITALIANO

 

Dall’Est Europa alle tavole degli italiani: il trasporto illegale degli agnelli a Natale

 

Per la seconda volta quest’anno, Animal Equality rilascia immagini che testimoniano le sofferenze a cui sono costretti gli agnelli importati in Italia dall’Est Europa.

 

 

In collaborazione con Animal Welfare Foundation, organizzazione tedesca che realizza proprio investigazioni sui trasporti di animali vivi in Europa e nei paesi confinanti, abbiamo modo di dimostrare ancora una volta le condizioni terribili in cui vengono trasportati questi cuccioli.

 

Ammassati, costretti a stare immersi nelle proprie feci, senza un sistema di beveraggio a norma e senza alcun aiuto da parte degli operatori, gli agnelli vengono trasportati per ore interminabili al freddo.

 

AWF ha monitorato i trasporti alla partenza, avvenuta pochissimi giorni fa dalla Romania e dall’Ungheria. Durante il trasporto, i volontari sono riusciti ad avvicinarsi e a filmare agnelli stremati, schiacciati, morenti sul fondo dei camion.

 

Appena entrati in Italia – attraverso la Slovenia – i trasporti sono stati denunciati e la Polizia italiana ha potuto così controllare e fermare cinque camion con centinaia di agnelli.

I trasporti sono stati multati con una sanzione di 20.000€ e le indagini proseguiranno.

Ma questi animali hanno una destinazione finale, terribile e crudele, come hanno dimostrato le immagini realizzate in Italia da Animal Equality: il macello.

 

 

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L’INCHIESTA DI APRILE
FOTOGRAFIE A CURA DI AWF

 

Questa storia comincia in Romania, nelle zone di Romos, comune di 2000 anime della Transilvania. È da qui che, pochi giorni fa, è partito uno dei carichi più pesanti di giovani agnelli destinati al mercato italiano.

A Romos si susseguono prati e campi, dove agnelli e pecore vivono prima di venire trasportati a forza verso l’Italia.

La maggior parte di loro proviene da aziende lattiero-casearie: vivono in luoghi dove il business principale è il latte di pecora e in quanto maschi non sono considerati utili al ciclo produttivo.

Per questo nascono già con una destinazione: il macello.

agnelli trasporto italia romania macello

Alcuni vengono trasportati che hanno più di quattro settimane, ma la condizione non cambia: nascono per morire e per finire sulle tavole di molti europei, italiani soprattutto.

Secondo i dati Eurostat infatti, il commercio di carne di agnello in Europa ha coinvolto quasi due milioni di capi nel 2015. La maggior parte, circa un milione, viene importato proprio dal nostro paese, in particolare in occasione delle feste.

Come se non bastasse, la fine terribile a cui sono destinati non è l’unica crudeltà a cui sono sottoposti questi animali.

Per arrivare – a basso prezzo – in Italia, gli agnelli sono sottoposti a viaggi terribili e interminabili, purtroppo ancora permessi in Europa e poco controllati.

 

I trasporti, un inferno di lamiere

 

Quest’anno, Animal Equality Italia è stata contattata da Animal Welfare Foundation per monitorare il trasporto di agnelli in occasione della Pasqua, agnelli che vengono trasportati dall’Est Europa alle regioni italiane dove si consuma la loro carne. 

Secondo le norme previste dall’Unione Europea, anche durante il trasporto dovrebbero essere rispettate delle norme (minime) per garantire che gli animali, dopo l’allevamento e in vista del macello, vengano trasportati nel modo meno traumatico possibile. Purtroppo, tutto questo non avviene e noi abbiamo deciso di documentarlo.

agnelli macello italia romania trasporto

L’investigazione comincia in Polonia. Passano due lunghi giorni nei quali il team di AWF aspetta che partano i primi carichi, ma la neve incessante blocca molte partenze. A questo punto non resta che spostarsi in Slovenia, in attesa del passaggio di camion per il trasporto animali vivi provenienti dalla Romania.

 

È proprio qui che il team finalmente riesce a intercettare un camion che, nonostante la neve, viaggia lungo le strade slovene dopo aver attraversato mezza Romania e l’intera Ungheria.

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Sono passate molte ore dalla partenza da Romos, gli animali sono ammassati nel camion e lo scenario è sempre lo stesso: centinaia di agnelli urlanti e affamati, stipati su quattro piani e trasportati per ore di fila senza acqua e cibo.

 

Gli animali passano tutto il viaggio in piedi, perché non c’è spazio per sdraiarsi e riposare. Chi tra loro è troppo stanco e non riesce a resistere, crolla a terra, finendo schiacciato dagli altri.

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A questo si aggiunge un suono che ricorre per tutto il viaggio: le urla incessanti di agnellini strappati alle madri e costretti a sopportare tutte queste sofferenze, esposti alla neve che scende fitta durante quasi tutto il tragitto.

 

Il team di AWF segue il camion per oltre 20 ore, viaggiando attraverso le montagne slovene, colpite da una fortissima tormenta di pioggia e neve che dura fino all’ingresso in Italia e all’arrivo a Bologna. Le temperature sono sempre bassissime.

 

Durante il viaggio, nessuno fornisce acqua, cibo e sostentamento agli agnelli, che alla fine avranno viaggiato per almeno 28 ore in queste condizioni.

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Il camion si ferma solo per un’ora, giusto il tempo per i guidatori di dare una veloce occhiata al piano inferiore. Il team di AWF riesce però a raccogliere alcune immagini: centinaia di agnellini assetati che pur di idratarsi leccano continuamente il camion e le parti in metallo, alla disperata ricerca di una forma di sostentamento.

 

Insieme all’avvocato di AWF, Manuela Giacomini, Animal Equality Italia decide che è giunto il momento di chiamare la polizia, per denunciare le condizioni precarie del trasporto e far controllare il camion dalle autorità italiane.

 

L’arrivo della polizia

 

Giunto ad Arezzo, il camion viene fermato dalla polizia stradale, mentre anche una squadra di volontari di Animal Equality raggiunge il camion per monitorare la situazione.

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Una veterinaria ufficiale della USL di Arezzo viene chiamata per ispezionare il camion insieme alla polizia.

Durante il controllo, troviamo agnelli intrappolati con zampe e testa tra i sistemi divisori del camion, piccoli ammassati tra di loro, alcuni sdraiati e disperati, talmente stanchi da non riuscire a rialzarsi e quindi costretti ad essere schiacciati dagli altri compagni. Il carico infatti avrebbe previsto massimo 700 agnelli, ma alla partenza ne sono stati stipati almeno 850, in violazione di qualunque norma europea sul trasporto di animali.

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Mentre assistiamo ai controlli, vediamo che ci sono ancora agnellini assetati che cercano disperatamente di bere qualcosa leccando il metallo del camion, e scopriamo che il problema principale è il sistema di abbeveraggio: sembra infatti che non sia funzionante o che non fosse mai stato aperto, oltre ad essere praticamente irraggiungibile a causa del sovraffollamento.

 

Inoltre, il modo in cui è stato progettato l’intero camion non è adatto ad agnellini così piccoli. Il sistema è infatti pensato per i maiali, che passano molti mesi in allevamenti intensivi in cui vengono utilizzati abbeveratoi simili e quindi sono in grado di farne uso. Lo stesso purtroppo non si può dire per questi giovani animali.

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Come se non bastasse, gli animali sono anche costretti a stare su paglia inadeguata, intrisa di deiezioni e completamente bagnata di urine, che cola dai piani superiori sulle teste degli agnelli ammassati nel primo, secondo e terzo livello. 

 

Dopo il controllo, viste le precarie condizioni di trasporto, il camion viene sigillato e messo sotto vincolo sanitario. Il viaggio degli agnelli continua verso la destinazione finale: l’immenso impianto di macellazione della ILCO, ad Acquapendente.

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Finché ci sarà richiesta da parte dei consumatori, il viaggio di questi animali purtroppo è destinato a terminare in un macello. Luoghi terribili, dove violenze e violazioni sono all’ordine del giorno, come documentato anche dalle nostre precedenti investigazioni.

 

Proprio a Viterbo, nella stessa zona dove sorge il macello in cui sono finiti gli animali che abbiamo seguito, agnelli, pecore e capre venivano maltrattati e macellati senza stordimento e senza alcun rispetto per le norme sul benessere animale, abusando delle deroghe previste dalla legge.

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Tutto quello che possiamo fare

 

Finché ci sarà richiesta da parte dei consumatori, il viaggio di questi animali purtroppo è destinato a terminare in un macello. Luoghi terribili, dove violenze e violazioni sono all’ordine del giorno, come documentato anche dalle nostre precedenti investigazioni.

 

Proprio a Viterbo, nella stessa zona dove sorge il macello in cui sono finiti gli animali che abbiamo seguito, agnelli, pecore e capre venivano abusati e macellati senza stordimento e senza alcun rispetto per le norme sul benessere animale, abusando delle deroghe previste dalla legge.

 

 

La speranza – come dicono – è sempre l’ultima a morire, soprattutto se si lavora ogni giorno per fare in modo che le cose cambino.

 

Proprio quest’anno, il Codacons ha pubblicato dei nuovi dati sui consumi di carne di agnello, in costante diminuzione: ormai siamo al – 10% rispetto al 2016 e i numeri continuano a scendere.

 

Tutto questo grazie al lavoro di attivisti, sostenitori e persone che ogni giorno scelgono di cambiare il proprio modo di consumare cibo e si orientano verso scelte più etiche e rispettose degli animali.

 

Ma non basta.

 

Per fortuna, qualcosa si sta muovendo anche sul fronte politico, con 223 parlamentari europei che hanno chiesto con forza l’introduzione di una commissione di inchiesta sui trasporti di animali vivi in Europa, un mondo ancora troppo opaco e macchiato di illegalità e violenze.

 

L’istituzione di questa commissione permetterebbe di capire perché molti paesi accettano ancora tutto questo, perché i controlli vengano fatti in modo sommario e spesso le sanzioni siano sempre troppo basse.

 

Non c’è ancora una data per l’istituzione di questa commissione e anzi, la sua istituzione potrebbe essere a rischio, ma ovviamente ci auguriamo che la pressione crescente di organizzazioni e cittadini aiuti a fare in modo che anche questo tassello venga messo a posto.

 

Nel frattempo, vogliamo che si faccia giustizia anche su quello che avviene all’interno dei macelli, luoghi nei quali non è possibile accedere e mancano totalmente controlli trasparenti.

 

È per questo che abbiamo lanciato una petizione per chiedere l’introduzione di nuove modifiche di legge, come l’introduzione di telecamere di sorveglianza e l’aumento delle pene previste per i maltrattamenti.

 

Sono già più di 70.000 le persone che hanno scelto di sostenerci in questa battaglia, aiutaci anche tu a mettere fine a tutto questo!

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